People Mattia Martinelli

Mattia
Martinelli

Mattia Martinelli classe 75, dinamico, appassionato, figlio di Roberta Tagliavini, intraprendente e sempre in bilico tra esuberanza e pratica realizzativa, inaugura nel giro di pochissimi anni nuove sedi della sua Galleria nelle vie più belle di un quartiere che da sempre fa rima con Arte e Cultura. Le gallerie RobertaeBasta sono così legate al quartiere Brera in una storia che comincia nel 1967 e dura da più di cinquant’anni. Potremmo dire quasi come una storia d’amore. Inaugura poi nel 2016 la sede a Londra.

Oggi Mattia è membro dell’assemblea del Brafa, perito del tribunale di Milano presidente dell’associazione commercianti di via fiori chiari ed ha una rubrica televisiva su un’emittente nazionale.

L'intervista

Una chiacchierata con Mattia Martinelli

Cosa ti aspetti da Fuorisalone Digital?
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Senz’altro una conversione della Design Week di Milano, ma soprattutto uno stimolo a creare un confronto culturale, un nuovo linguaggio internazionale. Questa pandemia ha creato un occasione , ha spinto settori che solitamente erano restii all’innovazione a rimettersi in gioco e scoprirsi legati a doppio filo con il mondo internet. Si è riuscito a svegliare anche un settore un po' impomatato come l’arte. Sicuramete Fuorisalone Digital è il veicolo per un ringiovanimento della categoria dell’arte.

Sono sicuro che le nostre attività cambieranno, avremo ancora molti incontri fisici, ma più digitali nel percorso e nel racconto, molte abitudini che abbiamo adottato in questo periodo resteranno anche negli anni a venire. Il digitale oggi lo consideriamo per scelta e prenotazioni dei pezzi, incontri virtuali, elaborazione degli ordini, ma in realtà era così anche prima, solo che nell’emergenza questa modalità è cresciuta enormemente.

Sicuramente per noi, l’ approccio digitale contribuirà a migliorare la conoscenza e la visibilità scoprendo ambiti meno noti, migliorerà il racconto e la storia di ogni articolo, trasformando ogni volta il contatto con il cliente in una vera esperienza di cultura. Rendendo altresì fruibile a tutti l’arte , anche a chi ha un timore riverenziale ad venire in galleria o visitare dei musei o delle mostre.

La trasformazione digitale del Fuorisalone potrebbe essere quindi un opportunità per conoscere ed arricchire in bagaglio culturale, attraverso il racconto dei pezzi dei designer e degli artisti, senza l’affanno di andare da una parte all’altra della città.

Il digitale cambierà il modo di vivere l'evento fisico in futuro?
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Il nostro sarà un approccio misto, non possiamo dimenticare che per noi l’incontro fisico è determinante dal punto di vista emotivo. Ogni opera infonde emozione che purtroppo non si evince sul lato digitale, ma potrà essere usata in maniera complementare.

Cosa pensi se dico Fuorisalone TV?
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Sono un appassionato dello schermo e come tale sostengo ogni tipo di immagine in movimento. Il linguaggio della tv farà parte in modo sempre più preponderante del nostro mondo e già lo si nota nei vari canali tematici. Un altro elemento importante dal quale attingere per informarsi e sapere. Quindi per me via libera alla tv del Fuorisalone.

Un straordinaria innovazione che avvicinerà i curiosi , che diverranno clienti , ai professionisti del settore.



© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 13 luglio 2020